Come piccole navi di carta, le composizioni di Trucillo, brevi poesie e fulminanti aforismi, scivolano agili sull'infinita superficie delle cose. Il viaggio di queste navicelle non dura che un attimo. Ma sono attimi di grazia e felicità, nei quali il mondo, come in quelle forme che i cinesi chiamano paesaggi in una bacinella, diviene più piccolo e più radioso.
"L'essenziale non è tanto che i testi di Trucillo siano brevissimi, quanto piuttosto che in essi sia all'opera una forza abbreviativa (...). La brevità è la porta stretta attraverso cui vita e scrittura transitano l'una nell'altra. Di qui lo statuto particolare di questi testi, in cui è impossibile separare la paglia della vita dal grano della scrittura", così scrive Giorgio Agamben nella 'prefazione'. Da questo punto di vista, poesie ed aforismi appaiono come veri e propri esercizi etici nei quali si affina e prende corpo la disponibilità a trasfigurare il mondo, giacché, annota Trucillo, "quando scrivi ciò che avviene diventa".