Scritto alla fine degli anni '80, il saggio di Derrida affronta la problematica dell'ebraismo attraverso l'analisi dello strano e paradossale filogermanesimo espresso dallo scrittore ebreo Hermann Cohen alle soglie della prima guerra mondiale. Cohen, concependo uno scenario in cui germanesimo ed ebraismo si ritrovano accomunati da un medesimo destino spirituale - un destino talmente comune da fare della Germania la vera patria dell'ebraismo - chiedeva agli ebrei americani di impedire l'entrata in guerra degli USA contro la nazione tedesca.
Nel fare la genealogia dei pensieri che hanno condotto Cohen a simili formulazioni, Derrida riscrive un pezzo decisivo della storia culturale europea e, al tempo stesso, non perde l'occasione per analizzare la posta in gioco di una tale decostruzione, ossia, quella tragedia senza fine che si consuma quotidianamente sotto i nostri occhi: il conflitto medio-orientale.