"Il mio primo Manifesto per la filosofia si levava contro l'annuncio, diffuso un po' dappertutto, della 'fine' della filosofia. A questo tema della fine, proponevo di sostituire la parola d'ordine 'un passo ulteriore'.
La situazione è molto cambiata. Se allora la filosofia era minacciata nella sua esistenza, oggi si potrebbe sostenere che essa è altrettanto minacciata, ma per una ragione opposta: le viene attribuita un'esistenza artificiale eccessiva. Soprattutto in Francia, la 'filosofia' è ovunque. Serve da ragione sociale ai diversi paladini dei media. E' sollecitata da ogni parte, dalle banche fino alle grandi commissioni statali, per parlare di etica, di diritto e di dovere. Il punto è che per 'filosofia' s'intende ormai il suo nemico più antico: la morale conservatrice.
Il mio secondo manifesto cerca quindi di de-moralizzare la filosofia, di rovesciare il verdetto che la consegna alla vacuità di 'filosofie' tanto onnipresenti quanto asservite. Essa rinnova il legame con ciò che può illuminare l'azione di alcune verità eterne. Illuminazione che conduce la filosofia al di là della figura dell'uomo e dei suoi 'diritti', al di là di ogni moralismo, nel luogo in cui, alla luce dell'idea, la vita diventa ben altra cosa che la sopravvivenza".
Alain Badiou
A cura di Livio Boni