Comunque vada nei prossimi mesi la vicenda politica italiana, lo scopo di questo libro non è rincorrere il susseguirsi dei "fatti", né fissare lo sguardo soltanto sulla figura di Berlusconi. Quand'anche questi uscisse di scena, il discorso egemone di cui è stato il rappresentante continuerebbe a vincolare anche i suoi successori. I saggi qui raccolti affrontano perciò una serie di questioni di fondo, che ritornano in tante interpretazioni del caso italiano: assistiamo a un ritorno del fascismo? C'è una tradizione politica che impedisce la democrazia nel nostro paese? Il caso italiano va letto all'interno di un orizzonte culturale, ideologie e dispositivi di governo transnazionali o rappresenta una situazione a sé?
Proprio l'analisi della situazione italiana impone un ripensamento radicale della "democrazia". La fine del mondo bipolare ha partorito nel nostro paese il topolino di un'infinita discussione sulla riforma elettorale, in base al presupposto dato per assolutamente evidente che la democrazia non sia che una forma di governo e che essa s'identifichi con il liberalismo. Né forma di governo, né forma di società, qui si tenta di pensare la democrazia come ciò che eccede tutte queste identificazioni. Certo, una volta consegnata la democrazia all'apertura che le è propria, si tratta di interrogarsi, come leggerete, sul senso di una tale eccedenza e su quale sia la politica adeguata all'eccesso democratico.