Nelle nuove opere di Marisa Albanese, la mancanza di peso e l'asetticità delle mani , delle sue mani fotografate, si mescolano a una inquietante sensazione di estraneità. Tutto distanzia l'osservatore dal corpo dell'opera: tutto contribuisce a far sentire il fruitore stesso un corpo estraneo davanti a quei corpi estranei, a quelle "creature terze". Eppure ci si sente anche irresistibilmente attratti. La condivisione dell'alterità affratella lo spettatore e gli "Orphani", figli di nessuno e di loro stessi, che mentre dicono il loro nome dando una mano per presentarsi, stringono l'altra sibilando una frase sibillina.
Gli Orphani di Marisa Albanese sono adottati, con scritture filosofiche, letterarie o poetiche, da Alberto Abruzzese, Antonella Anedda, Alessandra Berardi, Massimo Canevacci, Gabriele Frasca, Marco Meneguzzo, Bruno Moroncini, Cesare Pietroiusti, Angela Putino, Pier Aldo Rovatti, Giuseppe Russo.
Al libro è allegato un CD con una suite vocale di Maria Pia De Vito.