Nel dicembre 1799, il geniale Jean Paul stese un breve scritto contro Fichte, la Clavis fichtiana seu leibgeberiana: concepita come appendice comica al Titan, questa fantasiosa satira della Dottrina della Scienza venne pubblicata indipendentemente dal romanzo, inserendosi così nella polemica sull'ateismo che stava travolgendo Fichte. La Clavis è un vero e proprio ibrido filosofico-letterario, traboccante di riferimenti alle vicende contemporanee, ma anche di un gusto per l'enciclopedismo e i virtuosismi filologici. Spesso confinata nel novero degli scritti occasionali, la Clavis fichtiana costituisce in realtà un eccezionale monito nei confronti di ogni possibile degenerazione solipsistica dell'idealismo: sperimentando i fuochi d'artificio della propria fantasia linguistica, Jean Paul mette in guardia se stesso e la Frühromantik contro i rischi dell'egoismo estetizzante. La sua critica del feticismo dell'io anticipa quell'alienazione del soggetto moderno, scisso tra pluralità interiore della psiche e l'ipocrisia sociale dell'individualismo.
A cura di Eleonora de Conciliis e Hartmut Retzlaff