Il tentativo di introdurre il suo pensiero negli atenei condusse Cartesio a intrecciare relazioni e amicizie nel mondo accademico dei Paesi Bassi, già lacerato da feroci controversie circa i rapporti tra teologia e filosofia, tra scienza e fede. Attraverso questa traduzione integrale del carteggio con Henricus Regius, professore a Utrecht e "primo martire della nova philosophia", il lettore può seguire gli esordi del disegno cartesiano, gli scontri con l'ortodossia riformata impersonata da Gijsbert Voetius, ma anche il sorgere dei dissensi tra Cartesio e i suoi amici che si spingono, nella seconda metà degli anni Quaranta, fino all'aperta rottura sulla questione, decisiva per il pensiero moderno, del rapporto mente-corpo, come mostrano i testi concernenti la polemica sulle Notae in programma quoddam (all'epoca considerate una sorta di commentario delle Meditazioni). E può anche rendersi conto dello sfondo, per lo più assente dalle ricostruzioni posteriori, entro il quale nasce il nuovo pensiero filosofico e scientifico, non solo per opera di un genio isolato, ma con il contributo di teologi, accademici, funzionari, mercanti, artigiani, viaggiatori, scienziati: tutte figure che popolano gli epistolari eruditi e la storia intellettuale dell'Europa seicentesca.
A cura di Roberto Bordoli