Il femminismo degli anni '90 si è presentato come isterico e, per l'autrice, rappresenta un immunizzarsi dall'evoluzione, riprende il legame con la madre disegnandone l'ordine simbolico ma rimane iscritto nell'antico piano immaginario. La permanenza dei valori materni porta a un'estrema acutizzazione dei compiti della cura rivolta al vivente e tale posizione trova oggi esiti e rimandi nella nuova forma di potere che è la biopolitica.