"Aporie napoletane" è scritto esclusivamente da filosofi. Perchè questa scelta? Perchè i filosofi si sono da sempre assunti il compito di criticare i luoghi comuni e di pensare cosa sia "giusto" per la vita della città. Ad alcuni filosofi napoletani viene qui data la parola per costruire dei "concetti" che aiutino a sottrarre Napoli ai nuovi luoghi comuni, senza nascondere i gravi problemi, gli ostacoli, le "aporie" della città. Rifiutando ogni discorso fatalistico su Napoli, gli autori prendono posizione sulla vita politica della città negli ultimi anni; analizzano il senso delle trasformazioni urbane, delle modificazioni del lavoro e dell'intelligenza metropolitana; guardano alla specifica risposta data a Napoli riguardo i processi di globalizzazione; cercano di indicare quali vie percorrere per favorire la porosità della città e una più libera vita dei napoletani. Insomma, non uno studio sulla città, ma un libro "da" Napoli per pensare i problemi della metropoli senza rassegnarsi all'idea che le politiche della sicurezza siano destinate a prevalere sulla politica della libertà.