Anche se ormai più di mezzo secolo ci separa dai campi nazisti e nel frattempo sono stati perpetrati altri genocidi in diverse parti del mondo, la lunga ombra di Auschwitz, della Shoah o dell'Olocausto continua a segnare il nostro presente. Termini come testimonianza o obbligo di memoria sono entrati a far parte del nostro discorso quotidiano perché lo sterminio degli ebrei costituisce un'eredità imprescindibile. Lo sterminio di massa, lo sterminio eseguito in modo scientifico e industriale è ancora l'evento che determina i nostri concetti di bene e male, costituendo la soglia d'ingresso della nostra attualità e della nostra condizione politica e storica. I saggi raccolti in questo volume, scritti da autori italiani e stranieri, fra cui spiccano studiosi di fama internazionale come Pierre Vidal-Naquet, Giorgio Agamben ed Enzo Traverso, si interrogano su questa nostra condizione, e sul debito che abbiamo nei confronti delle vittime. Che tipo di memoria richiede tale debito oggi perché esso non si risolva in banale ritualità? Rispondere non significa tanto interrogarsi sulle ragioni storiografiche dello sterminio, quanto sugli effetti, politici ed etici, che la Shoah ha prodotto sul nostro presente.
A cura di Clemens Carl Haerle