Considerati unanimemente uno dei casi poetici ed editoriali più sconvolgenti e avvincenti della letteratura del Novecento, questa edizione del centenario aggiunge alla fedele e accurata ristampa anastatica del libro, uscito dalla tipografia Ravagli nell'estate del 1914, una preziosa Nota di Gabriel Cacho Millet, lo scrittore argentino da oltre trent'anni indiscusso rabdomante degli autografi e dei materiali campaniani, su Dino Campana, i Canti Orfici e le vicende editoriali e critiche che hanno caratterizzato il libro in questi cento anni e soprattutto, novità assoluta, un cd audio contenente la lettura integrale dei Canti Orfici da parte dell'attore e regista Claudio Morganti.
Ancora oggi, i Canti Orfici - cento anni dopo- continuano a rimanere un libro unico, anzi il libro unico, di Dino Campana.
Unico perché è il solo libro pubblicato in vita da Dino Campana (“la sola giustificazione della mia esistenza”, dirà al critico Emilio Cecchi, in rigorosa coerenza con quanto aveva scritto il 6 gennaio 1914 a Giuseppe Prezzolini: “Scrivo novelle poetiche e poesie; nessuno mi vuole stampare e io ho bisogno di essere stampato; per provarmi che esisto, per scrivere ancora ho bisogno di essere stampato. Aggiungo che io merito di essere stampato perché io sento che quel poco di poesia che so fare ha una purità di accento che è oggi poco comune, da noi”).
Unico perché irrompe nel paesaggio letterario italiano del tempo con una poesia intesa dall'autore stesso come “europea, musicale, colorita”, che “infrange il quadro ordinato – fin troppo ordinato – dell'esperienza poetica italiana del Novecento, tutta imperniata intorno ai nomi delle tre “Corone” (Saba, Ungaretti, Montale), che, confrontati all'esperimento di Campana, fanno la figura di quieti prosecutori della migliore tradizione classica nazionale” (Alberto Asor Rosa).