I classici sono libri del passato che, parlando al presente, appartengono al futuro. Sono libri nosferatu: ritornano trasfigurati per trasfigurarci; e così facendo influenzano anche l'ambiente della letteratura contemporanea attraverso percorsi inaspettati.Perché, allora, suscitano spesso fastidio nel pubblico e nella critica? Forse perché conservano un qualcosa di aristocratico, una presunzione di superiorità? Sarebbe inaccettabile, quando si parla di libri, visto che nulla può davvero regolare il gusto o le preferenze individuali dei lettori.
Il libro rilegge, con spirito eretico e provocatorio, una serie di mostri sacri delle letterature inglese, irlandese e americana; da Conan Doyle a Joyce, da Hawthorne a Wilde, da Sterne a Flann O'Brien. Vengono affrontati classici del romanzo sensazionale, del modernismo, del romanzo storico, della fiaba, delle origini del romanzo inglese e del racconto postmodernista, nel tentativo di ricercare all'interno delle loro strutture portanti l'essenza della loro immortalità.
Enrico Terrinoni insegna Letteratura inglese all'Università per Stranieri di Perugia. Autore di James Joyce e la fine del romanzo (Carocci 2015); Oltre abita il silenzio. Tradurre la letteratura (il Saggiatore 2019). Ha tradotto, tra gli altri, di James Joyce Ulisse (Newton Compton 2012) e Finnegans Wake (Mondadori 2017-19), e L'antologia di Spoon River (Feltrinelli 2018).