“I testi presenti in questa prima parte del lavoro chiamato Archeologia del sangue, da me, idealmente, previsto diviso in tre sezioni, dai primi anni della mia vita fino a mò (anno del Signore 2020), potrebbero costituire una sorta di bislacca e parziale ‘autobiografia'.
Cioè, e con ciò, spiego il perché dei due aggettivi, ‘bislacca' e ‘parziale', di cui sopra: invece che parlare della mia vita, partendo dalla ‘a' e arrivando alla (del resto ignota!) lettera ‘zeta' di un lungo, complesso e ancora perdurante (grazie a Dio!) percorso, ho preferito concentrarmi piuttosto su un determinato mio periodo di esistenza; nello specifico, quello che va dall'anno 1948 all'anno 1961, e su di esso darvi ragguagli, esemplificandoli, raffigurandoli, in simbolici quanto concisi, spero!, nuclei narrativi”.
Enzo Moscato è tra i capofila della nuova drammaturgia napoletana con un teatro scritto e interpretato in forme coraggiosamente inconsuete. La lingua arcaica e modernissima lo ha imposto all'attenzione della critica e del pubblico internazionale. Per la sua carriera nel 2018 ha vinto il prestigioso Premio Ubu. Con Cronopio ha pubblicato Ritornanti (2017).