Kazimir Malevič, uno dei principali artisti dell'avanguardia russa del Novecento e il fondatore del Suprematismo, pubblica nel 1921, nel pieno della rivoluzione, un breve scritto (qui nella nuova traduzione dal russo di Antonella Cristiani) dedicato all'inazione:
«Il lavoro dovrebbe essere maledetto, come raccontano le leggende sul paradiso, e l'inazione dovrebbe essere ciò a cui l'uomo deve aspirare. Ma nella vita reale è accaduto il contrario. Come sia accaduto, è quello che vorrei spiegare. [...]
L'inazione spaventa i popoli e chi la accetta è perseguitato, e ciò accade perché nessuno l'ha intesa come verità, stigmatizzandola come “madre dei vizi” quando è la madre della vita. Il socialismo porta la liberazione ma inconsapevolmente la calunnia, senza capire che è proprio l'inazione che lo ha generato».
con la prefazione di Marco Tabacchini e il saggio di Boris Groys Diventare rivoluzionari: su Kazimir Malevič (traduzione dall'inglese di Antonella Di Gangi)