Solo dieci anni fa Milano era vista come una città produttiva, elegante, ma grigia. Poi, con l'Expo2015, ha assunto l'immagine di una metropoli splendente e attrattiva. Il passaggio però non è la conseguenza di una trasformazione oggettiva ma, all'opposto, è la metamorfosi fisica a essere effetto di una campagna di marketing senza precedenti, il cui successo è stato ottenuto spostando le risorse materiali e intellettuali destinate alla produzione di cultura, ricerca, servizi di welfare verso la produzione dell'immagine di una metropoli globale del lusso. L'aspetto più perturbante dell'intero processo è il ruolo giocato dalla finanza, impegnata in una doppia missione: concentrazione della ricchezza attraverso la privatizzazione della città pubblica, dei suoi spazi e delle sue istituzioni sociali e culturali; cattura o neutralizzazione delle forze che potrebbero produrre attrito nel sistema e lotta alle disuguaglianze.
Lucia Tozzi è una studiosa delle politiche urbane. Ha scritto per “il manifesto”, “La stampa”, “Domus”, “Il Giornale dell'Architettura”, “Napoli Monitor”. Ha pubblicato, tra gli altri, i libri City Killers. Per una critica del turismo (Libria 2020); Dopo il turismo (2020) e Napoli. Contro il panorama (2022), entrambi per nottetempo.