Antigone nella città dei pazzi è una riscrittura in versi dell'Antigone di Sofocle, ambientata tra le rovine di un vecchio manicomio abbandonato di Napoli, il Leonardo Bianchi. Nel poemetto la lotta di Antigone contro l'esilio delle spoglie del fratello fuori dalla polis si reincarna nel presente, in una lotta di fratellanza contro il medesimo verdetto sociale di espulsione dei matti. Ne scaturisce un testo “basagliano”, attraversato dalle voci dolenti degli internati, mescolate a quelle di alcuni poeti ugualmente segnati dalla dismisura, che si interroga sull'esperienza del limite oltrepassato dalla diversità, e del suo confronto con la legge. Non a caso, secondo gli antichi Greci soltanto i pazzi, gli innamorati e i poeti potevano esplorare fino in fondo questi confini sconosciuti.
Antigone nella città dei pazzi scavalca la nicchia della parola letteraria per rivolgersi a un orizzonte più ampio e indomabile, il legame collettivo che ci definisce.
postfazione di Antonello D'Elia, psichiatra, presidente della Società Italiana di Psichiatria Democratica
Luigi Trucillo ha pubblicato con Cronopio Navicelle (1995); Polveri (1998); Lezioni di tenebra (2007, Premio Lorenzo Montano 2008).
In copertina: fotografia di Patrizio Esposito (da una immagine trovata al Leonardo Bianchi)